• Bonus assunzione: le conferme nella Legge di Bilancio 2025

    Informazione Fiscale Oct 22, 2024 | 17:49 pm

    Bonus assunzione: le conferme nella Legge di Bilancio 2025

    Con il DDL Bilancio arrivano le prime conferme sui bonus assunzione in vigore nel 2025. Gli incentivi per l’occupazione di giovani e donne nel Mezzogiorno sono estesi ai rapporti attivati fino al 2027. Confermate anche la decontribuzione per la ZES unica e gli incentivi all’autoimpiego

    I bonus assunzione ci saranno anche nel 2025.

    Il Disegno della Legge di Bilancio per il prossimo anno fornisce un quadro più chiaro degli interventi in materia di lavoro con la conferma degli incentivi per l’occupazione di giovani e donne e della decontribuzione per le imprese della ZES Unica.

    Conferma anche per gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici introdotti nel 2024.

    Il Viceministro MEF ha annunciato la proroga della maxi deduzione fino al 130 per cento per il prossimo triennio, ma con delle novità.

    Bonus assunzione: le conferme nella Legge di Bilancio 2025

    Con la Manovra 2025 sono diverse le misure in arrivo a sostegno dell’occupazione. Il disegno di Legge di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 ottobre prevede una serie di interventi a partire dalla conferma degli incentivi per l’assunzione di giovani e donne.

    Il decreto Coesione (n. 60/2024), ricordiamo, ha previsto il riconoscimento di un esonero contributivo in favore dei datori di lavoro che assumono giovani e donne nel periodo compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Misure di cui si attende ancora il decreto attuativo e le consuete circolari INPS con le istruzioni operative.

    Il DDL Bilancio 2025, come si legge nel comunicato del Governo, prevede la conferma di tali incentivi, i quali saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Dalla formulazione del testo, però, sembra che gli esoneri contributivi potranno essere applicati solamente per favorire l’occupazione dei giovani e delle lavoratrici nel Mezzogiorno.

    “In particolare nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027.”

    Con la presentazione del testo alla Camera si avranno già i primi dettagli, che verranno confermati con la conclusione dell’iter parlamentare.

    Il bonus giovani, ricordiamo, prevede un esonero contributivo per l’assunzione a tempo indeterminato di under 35 nel limite massimo di 500 euro mensili e per massimo 2 anni.

    In caso di assunzioni effettuate nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), invece, l’esonero contributivo è riconosciuto nel limite di 650 euro. Proprio questa formula sembra sarà confermata anche per il biennio 2026-2027.

    Anche il bonus donne prevede il riconoscimento di uno sgravio contributivo per l’assunzione, sempre nel periodo dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, di donne in particolari condizioni svantaggiate. Spetta per 2 anni nel limite massimo di 650 euro mensili.

    Oltre a questi interventi, come su legge nel comunicato, saranno confermati anche gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.

    Bonus assunzione 2025: proroga per decontribuzione Sud?

    Nel 2025 potrebbe arrivare anche una nuova proroga per la decontribuzione Sud, l’agevolazione per favorire l’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno.

    “Si conferma, inoltre, la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zona economica speciale (ZES).”

    Questo quanto specificato nel comunicato del Governo. Resta però il dubbio se tale incentivo sia effettivamente la decontribuzione Sud, che ricordiamo scade il 31 dicembre 2024, oppure il cosiddetto bonus ZES, una delle altre agevolazioni introdotte lo scorso maggio dal decreto Coesione.

    Si tratta di un incentivo introdotto anch’esso per favorire l’occupazione nella Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno e rivolto ai datori di lavoro di aziende fino a 10 dipendenti (nel mese dell’assunzione) che impiegano lavoratori e lavoratrici a tempo indeterminato.

    Questi possono beneficiare di un esonero totale dal versamento della contribuzione previdenziale per 2 anni, nel limite massimo di 650 euro mensili, a condizione che i neo assunti abbiano più di 35 anni e risultino privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno 2 anni.

    Bonus assunzione: confermata la maxi deduzione fino al 130 per cento

    Tra le misure in materia di lavoro e imprese nel corso della conferenza stampa di presentazione del DDL Bilancio 2025 è stato anche confermato il rinnovo della cosiddetta maxi deduzione sul costo del lavoro.

    Si tratta dell’agevolazione, introdotta dal Dlgs n. 216/2023 attuativo della riforma fiscale, che prevede una deduzione IRPEF e IRES del costo del personale di nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato pari al 120 per cento, che può arrivare al 130 per cento per i rapporti di lavoro attivati con persone in condizioni di svantaggio (tra cui giovani, donne vittime di violenza, persone con disabilità).

    La condizione necessaria per poter maggiorare il costo del personale è l’incremento occupazionale. Attualmente, infatti, l’agevolazione spetta se “il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato alla fine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 è superiore al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupato nel periodo d’imposta precedente”.

    Le novità per il 2025 trovano applicazione proprio in questa fase. Come specificato in conferenza stampa dal Viceministro MEF, Maurizio Leo:

    “la particolarità è che la misura che nel 2024 avevamo fissato in un anno, sarà applicata per un triennio e con un effetto crescente, cioè bisognerà anno dopo anno incrementare il numero degli occupati.”

    Per poter beneficiare appieno della misura dal 2025 al 2028, dunque, le imprese dovranno far registrare un aumento occupazionale per ogni anno del triennio.

    Ad ogni modo, come detto, sarà necessario attendere il testo ufficiale della Legge di Bilancio 2025 per avere le conferme delle misure introdotte.

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  • Verso la Manovra 2025: dall’IRPEF al taglio del cuneo fiscale, quali erano le “promesse” iniziali della Premier?

    Informazione Fiscale Oct 22, 2024 | 17:19 pm

    Verso la Manovra 2025: dall’IRPEF al taglio del cuneo fiscale, quali erano le “promesse” iniziali della Premier?

    Si va verso la Manovra 2025 a distanza di due anni dal primo discorso programmatico tenuto dalla Premier. Dall'IRPEF al taglio del cuneo fiscale: cosa è stato fatto e come in questi due anni?

    Dall’IRPEF al taglio del cuneo fiscale e contributivo, la premier Giorgia Meloni nel discorso programmatico del 22 ottobre 2022 anticipava le direzioni del Governo appena insediato e delineava nuovi panorami per il Fisco.

    La Manovra 2025 servirà anche a fare nuovi passi avanti nel percorso tracciato dall’attuale Esecutivo, ma cosa è stato fatto in questi due anni e come? Un bilancio, partendo proprio dalle parole pronunciate dalla presidente del Consiglio all’inizio del suo mandato.

    Si va verso la Manovra 2025: quali erano le promesse iniziali della premier Meloni?

    Il 25 ottobre 2022 Giorgia Meloni parlava di una “rivoluzione copernicana” che, con un nuovo assetto di regole più sintetico e più chiaro, avrebbe portato, tra gli altri benefici, anche a un nuovo patto fiscale basato su tre pilastri:

    • la riduzione della pressione fiscale, partendo da alcune priorità:
      • riforma dell’IRPEF e progressiva introduzione del quoziente familiare;
      • estensione della flat tax per le partite IVA dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato;
      • tassa piatta anche sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente;
    • “una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle PMI) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco”;
    • una serrata lotta all’evasione fiscale, partendo dagli evasori totali, dalle grandi imprese e dalle grandi frodi sull’IVA.

    Nell’intersezione di Fisco e Lavoro, poi, Giorgia Meloni anticipava la volontà di intervenire sul taglio del cuneo fiscale e contributivo: una necessità, più che una scelta, dimostrata anche dal fatto che la necessità di ridurre il peso di imposte e contributi sul lavoro appariva in tutti i programmi della campagna elettorale che aveva preceduto le elezioni, a prescindere dalla posizione politica.

    “L’obiettivo che ci diamo è intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori, per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le buste paga dei secondi.”

    Sempre sullo stesso terreno di incontro tra Fisco e Lavoro, si inseriva la formula: più assumi meno paghi per incentivare le attività ad assumere.

    Tregua fiscale e flat tax tra le prime novità adottate dal Governo Meloni

    A conti fatti, riascoltando il discorso programmatico di due anni fa e considerando le misure più concrete anticipate alla Camera, sono state già spuntate diverse voci dall’elenco. Ma oltre a individuare cosa è stato fatto in questi due anni, ancora più interessante è analizzare come è stato fatto.

    La prima struttura alla base del nuovo Fisco è stato costruita dal Governo nella Legge di Bilancio 2023, opera di debutto del nuovo Esecutivo, con l’introduzione di una tregua fiscale, un pacchetto di diversi strumenti offerti ai contribuenti per regolarizzare la propria posizione col Fisco beneficiando di diverse agevolazioni.

    La partita, in questo caso, sembra essere chiusa tra rimandi, riscritture e proroghe ma per un bilancio finale, anche solo in termini di risorse, servirebbero dei dati di dettaglio sul flusso di entrate generato.

    Nella stessa sede, la Manovra di due anni fa, è stata messa in campo anche la flat tax incrementale che rientra nel primo pilastro individuato dalla Premier e che però, nel nuovo panorama fiscale, è stata una meteora: introdotta in via sperimentale con la Manovra del 2023 non ha trovato conferme negli anni a venire.

    La partita dell’IRPEF ancora aperta: altre novità in arrivo con la Manovra 2025

    Più controversi e ancora in costruzione sono gli altri punti del capitolo della riduzione fiscale, a partire dall’IRPEF.

    Nel frattempo a imporre la necessità di ripensare il Fisco è stata l’esigenza di rimettere mano al progetto di riforma fiscale, che la crisi del precedente Esecutivo aveva bloccato.

    Uno dei primi decreti adottati nell’ambito della revisione del sistema tributario, lo scorso anno ad ottobre ha introdotto, il nuovo calcolo basato su tre aliquote e tre scaglioni, ma solo per un anno, ponendo fondamenta provvisorie.

    Non a caso un anno dopo il tema torna centrale nella Manovra 2025: le intenzioni sarebbero quelle di appiattire ancora la tassazione, ma le risorse, per ora, impongono una conferma strutturale delle tre aliquote.

    Si tratta, però, di una posizione ancora provvisoria perché qualche intervento ulteriore potrebbe arrivare in caso di successo del concordato preventivo biennale, il patto che i contribuenti potranno stringere col Fisco per il pagamento delle imposte, e da nuovi fondi disponibili. Ed è qui che entra in causa un altro punto citato da Meloni: l’estensione della flat tax per le partite IVA dai 65.000 euro del 2022 a 100 mila euro di fatturato.

    Attualmente la soglia è ferma a 85.000 euro, il limite fissato con la Legge di Bilancio 2023, e se il concordato preventivo sarà un successo, il Governo si troverà a un bivio: appiattire l’IRPEF o estendere la flat tax?

    D’altronde Governare vuol dire fare delle scelte, intraprendere una direzione piuttosto che un’altra.

    Si lavora ancora anche sul taglio del cuneo fiscale e contributivo

    Ed è quello che è successo anche con il taglio del cuneo fiscale e contributivo, altro punto di partenza della Manovra 2025: confermato in prima battuta il bonus dipendenti introdotto dal Governo Draghi, con un potenziamento per le retribuzioni fino a 25.000 euro, a maggio dello scorso anno il Governo ha rilanciato sulla sua stessa puntata.

    La misura prevista per la seconda metà del 2023 si applica anche a tutto il 2024
    Fonte: Istat, La redistribuzione del reddito in Italia 2023

    “L’obiettivo che ci diamo è intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le buste paga dei secondi”, aveva detto la Premier.

    Ma la decontribuzione per i lavoratori e le lavoratrici, con il Decreto Lavoro del 2023, è stata portata al 6 e al 7 per cento, una misura costosa ma irreversibile, che, per usare le parole dello stesso Giorgetti, rappresenta un’ipoteca sulle prossime Leggi Bilancio.

    Superbonus lavoro: ancora novità in arrivo con la Manovra 2025

    Azioni specifiche, se non tramite i canonici bonus assunzioni, non sono ancora arrivate, però, sul fronte delle imprese, per cui è stata, invece, mantenuta la promessa della formula “più assumi meno paghi”.

    Introdotta per il 2024 sempre nell’ambito dei lavori della riforma fiscale, la maxi deduzione per le assunzioni, è costata l’abolizione dell’ACE: una spesa che non è valsa l’impresa, secondo l’ISTAT.

    Se da un lato lo stop all’ACE comporta un aumento dell’IRES per il 25,3 per cento della platea considerata, dall’altro i benefici del cosiddetto Superbonus Lavoro interessano solo il 5,6 per cento delle aziende.

    Ma una promessa è una promessa. E il Governo sul punto ha intenzione di ripetere ancora il leit motivi introdotto fin dalla campagna elettorale: il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo ha anticipato la conferma della misura nella Manovra 2025 con meccanismo triennale.

    Verso la Manovra 2025: un bilancio delle novità fiscali degli ultimi due anni

    Se su alcuni punti, più concreti, è facile fare un bilancio, su altri come la lotta all’evasione fiscale è difficile fare una valutazione reale e complessiva, anche perché le misure messe in campo hanno bisogno di tempi lunghi per dare frutti.

    Tra i numeri più importanti dei due anni di Governo, riassunti in un documento pubblicato il 21 ottobre, spiccano la somma record di 24,7 miliardi di recupero di evasione fiscale.

    Ma i dati positivi relativi al 2023, primo anno dell’attuale Esecutivo, rappresentano un risultato dato sicuramente anche e soprattutto dalle scelte fatte negli anni precedenti, a partire dalla spinta digitale arrivata a partire dal 2019 che ha messo in campo nuovi strumenti e processi.

    Al di là dei numeri, da analizzare e contestualizzare, senza dubbio il Governo, anche con la Manovra 2025, prosegue lungo il percorso delineato dalla Premier nel discorso programmatico del 25 ottobre 2022, ma altrettanto con certezza si può affermare che il progetto di adottare “meno regole, più chiare per tutti” appare ancora un miraggio.

    Nonostante i lavori della riforma fiscale in atto, che detterebbe una prospettiva di lungo periodo, fino ad ora le misure perlopiù sono state costruite in maniera provvisoria, da scrivere e riscrivere. E, si sa, l’instabilità è nemica della chiarezza.

    Le stesse regole alla base del concordato preventivo biennale, che pure nell’ottica di recuperare risorse è uno strumento centrale nello sviluppo del programma di Governo, sono state scritte e riscritte fino a 10 giorni prima della scadenza per aderire.

    Se tra gli obiettivi di Governo c’è la volontà di costruire un nuovo rapporto tra Fisco, Stato, e contribuenti, basato anche sulla chiarezza, allora la strada da fare è ancora molta.

    In copertina Giorgia Meloni e vicepremier Salvini e Tajani il 25 ottobre 2025. Fonte: governo.it

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  • RENTRI: scadenze e soggetti obbligati

    Informazione Fiscale Oct 17, 2024 | 13:46 pm

    RENTRI: scadenze e soggetti obbligati

    Webinar organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale il prossimo 11 novembre 2024 alle ore 15:00. Focus sul RENTRI, il Registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti

    Il prossimo webinar organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale è in programma lunedì 11 novembre 2024.

    Nell’appuntamento formativo verrà affrontato il tema del RENTRI, il Registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti.

    L’approfondimento online è destinato principalmente alle imprese obbligate ad adeguarsi alle nuove regole previste.

    Il webinar sarà l’occasione per approfondire cosa cambia a livello normativo, con un taglio pratico che dia spazio anche ai nuovi obblighi sull’iscrizione al registro, alle scadenze da rispettare e agli adempimenti da porre in essere.

    L’evento formativo si svolgerà online dalle ore 15:00 alle ore 16:15. I relatori sono i seguenti:

    • Luca Moretti, CEO di GREENEXT - a TeamSystem Company;
    • Francesco Oliva, commercialista e direttore di Informazione Fiscale;
    • Tommaso Gavi, giornalista di Informazione Fiscale.

    Per partecipare al webinar sarà necessaria l’iscrizione attraverso l’apposita pagina di registrazione.

    Nel corso dell’appuntamento si potrà anche conoscere tutte le potenzialità di TeamSystem Enterprise, il gestionale completo, veloce e flessibile, in cloud e fruibile in mobilità, ideale per la supervisione di tutti i processi gestionali della piccola, media e grande impresa.

    Il software ERP semplifica i processi aziendali con soluzioni su misura in risposta alle esigenze delle imprese di ogni settore e dimensione.

    RENTRI, scadenze e soggetti obbligati: il programma del webinar

    Quali sono i nuovi obblighi previsti con il RENTRI, il Registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti, e chi sono i soggetti interessati?

    A questo e ad altri interrogativi verrà fornita risposta nel webinar in programma l’11 novembre alle ore 15:00.

    Il momento formativo dedicato alle imprese obbligate all’adeguamento alle nuove regole sarà l’occasione per approfondire, con taglio pratico, quali saranno gli adempimenti da realizzare nel passaggio dal SISTRI al nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti.

    Un focus sarà dedicato alle scadenze da rispettare. Su questo punto si ricorda che dal 15 dicembre partiranno le prime iscrizioni da pare di enti o imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi con più di 50 dipendenti e il primo termine da rispettare è fissato al 13 febbraio 2025.

    Oltre all’analisi dettagliata delle tempistiche per il popolamento del RENTRI, verranno affrontate le novità relative al registro di carico e scarico e quelle del formulario di identificazione del rifiuto.

    Di seguito i punti che compongono il programma dell’evento formativo:

    • RENTRI, cos’è e cosa cambia
    • I soggetti obbligati all’iscrizione
    • Tempistiche e scadenze
    • Gli adempimenti (registro cronologico di carico e scarico e FIR)
    • Il regime sanzionatorio

    Per partecipare è necessaria l’iscrizione attraverso l’apposita pagina di registrazione.

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